Eva Schwarzwald
LA PRIGIONE ROSA

 

La storia di una donna coraggiosa, Flora Vitale, che sfidò le convenzioni della sua epoca mettendo al mondo una figlia fuori dal matrimonio. Ma anche una ricerca individuale dell’autrice, sua nipote, per capire le proprie radici e le affinità con i percorsi femminili della propria famiglia

Villa Barabino, Genova, la “prigione rosa” : qui si rifugiano, lontano dalla famiglia di origine, una donna e sua figlia appena nata.
La buona borghesia ebraica di Roma, di cui fanno parte, non potrebbe capire. Sono gli Anni Venti del Novecento e Flora Vitale ha avuto Luciana da un uomo “libero”, Alceste della Seta, che non vorrà mai sposarla, perché  “ha sposato il partito Socialista”. Anche lui ebreo, lontano cugino del marito di Flora.

Le vicende di Flora si intrecciano alle vicende storiche dell’epoca : l’uomo che ama, Alceste della Seta, è aggredito dai fascisti al caffè Aragno a Roma; l’epidemia di spagnola sconvolge la vita di tutti. Testimonianze di un periodo storico, ma non solo: è la storia appassionante e avvincente di tutte quelle donne che hanno osato sottrarsi al destino scelto per loro, alle convenzioni sociali, all’oppressione familiare, ed hanno pagato un duro prezzo per la loro libertà.

E’ questo filo che lega le donne della famiglia ad aver convinto l’autrice, Eva Schwarzwald - donna che ha vissuto in prima persona le lotte delle donne, il femminismo, i percorsi difficili delle madri d’oggi - a ricercare le proprie radici esistenziali nella storia di famiglia, dove alla libertà interiore delle donne si associa sempre e comunque lo spirito di giustizia degli uomini, dal bisnonno garibaldino, al nonno socialista, tutti alla perenne ricerca di giustizia e libertà.
Ma in questo percorso dimentichi, come spesso sono gli uomini, delle quotidiane necessità di cura dei figli e dei cari in genere, che, sebbene considerate “più affettive e sentimentali”, sono anche quelle concretamente radicate nella realtà.
Ma lo spirito di giustizia della famiglia è stato ed è anche delle donne, ed è la  piccola protagonista della narrazione principale, Luciana bambina, che, racconta le sue radici, le sue riflessioni sul mondo che la circonda.
Quelle radici che Luciana Della Seta ha sviluppato nella sua vita professionale; curatrice di programmi culturali radio a Milano, impegnata nell’educazione e nella diffusione di base di cultura, antesignana di un’attenzione ai problemi della famiglia che si esprimeva attraverso una trasmissione radiofonica di grande successo,“Il Circolo dei genitori”, prima a promuovere la lettura del quotidiano in classe .

 

Ripercorrere la storia dei propri avi, con le sue ripetitive associazioni, può aiutare, come dicono gli psicoterapeuti che lavorano con gli alberi genealogici delle persone, a liberarsi da vicende del passato e, cominciando dal proprio nome, che è una delle basi dell’identità , ricercare le tracce della propria appartenenza ad un gruppo familiare cui ci si dimostra inconsciamente “leali”.
L’autrice ha cercato di farlo e, cercando di capire l’ecosistema dei propri nonni ha voluto lasciare una memoria scritta di una storia vissuta da donne coraggiose, consapevoli, attente ai valori profondi di un’ebraicità che non è religione, ma piuttosto rispetto dell’altro, passione per il riconoscimento dei diritti fondamentali degli uomini e delle donne, ricerca di una storia comune intrecciata con una diversità che storicamente impone la lotta per la vita.

 

Eva Schwarzwald
LA PRIGIONE ROSA

Guerini e Associati, gennaio 2009
Pagine : 220, Euro 20

5-02-2009

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