La storia di una donna coraggiosa, Flora Vitale, che sfidò le convenzioni della sua epoca mettendo al mondo una figlia fuori dal matrimonio. Ma anche una ricerca individuale dell’autrice, sua nipote, per capire le proprie radici e le affinità con i percorsi femminili della propria famiglia Villa Barabino, Genova, la “prigione rosa” : qui si rifugiano, lontano dalla famiglia di origine, una donna e sua figlia appena nata. Le vicende di Flora si intrecciano alle vicende storiche dell’epoca : l’uomo che ama, Alceste della Seta, è aggredito dai fascisti al caffè Aragno a Roma; l’epidemia di spagnola sconvolge la vita di tutti. Testimonianze di un periodo storico, ma non solo: è la storia appassionante e avvincente di tutte quelle donne che hanno osato sottrarsi al destino scelto per loro, alle convenzioni sociali, all’oppressione familiare, ed hanno pagato un duro prezzo per la loro libertà. E’ questo filo che lega le donne della famiglia ad aver convinto l’autrice, Eva Schwarzwald - donna che ha vissuto in prima persona le lotte delle donne, il femminismo, i percorsi difficili delle madri d’oggi - a ricercare le proprie radici esistenziali nella storia di famiglia, dove alla libertà interiore delle donne si associa sempre e comunque lo spirito di giustizia degli uomini, dal bisnonno garibaldino, al nonno socialista, tutti alla perenne ricerca di giustizia e libertà.
Ripercorrere la storia dei propri avi, con le sue ripetitive associazioni, può aiutare, come dicono gli psicoterapeuti che lavorano con gli alberi genealogici delle persone, a liberarsi da vicende del passato e, cominciando dal proprio nome, che è una delle basi dell’identità , ricercare le tracce della propria appartenenza ad un gruppo familiare cui ci si dimostra inconsciamente “leali”.
Eva Schwarzwald Guerini e Associati, gennaio 2009 5-02-2009
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